2007R1234— IT— 01.07.2009 —004.001
DEFINIZIONI DI CUI ALL
’ARTICOLO
2, PARAGRAFO 1
ALLEGATO III
Parte I: Definizioni per
il settore del riso
I. Per «risone», «riso
semigreggio», «riso semilavorato», «riso lavorato», «riso a
grani tondi», «riso a grani medi», «riso a grani lunghi A o B» e
«rotture di riso» si intende:
1. a)
«risone»:
riso provvisto della lolla dopo trebbiatura;
b) «riso semigreggio»:
il risone dal quale è stata asportata
soltanto la lolla. In questa definizione rientrano tra l’altro
i tipi di riso recanti le denominazioni commerciali «riso
bruno», «riso cargo», «riso loonzain » e «riso sbramato»;
c) «riso semilavorato»:
il risone dal quale sono stati asportati
la lolla, parte del germe e, totalmente o parzialmente,
gli strati esterni del pericarpo ma non quelli interni;
d) «riso lavorato»:
il risone dal quale sono stati asportati
la lolla, tutti gli strati esterni e interni del
pericarpo, tutto il germe nel caso del riso a grani lunghi e a
grani medi e almeno una parte del germe nel caso del riso a
grani tondi, ma nel quale possono sussistere striature bianche
longitudinali sul 10 % dei grani al massimo;
2. a) «riso a grani
tondi»:
riso i cui grani hanno una lunghezza pari
o inferiore a 5,2 millimetri, con un rapporto
lunghezza/larghezza inferiore a 2;
b) «riso a grani medi»:
riso i cui grani hanno una lunghezza
superiore a 5,2 millimetri e pari o inferiore a 6,0
millimetri, con un rapporto lunghezza/larghezza inferiore a 3;
c) «riso a grani lunghi»:
i) categoria A: riso di
lunghezza superiore a 6,0 millimetri e con un rapporto
lunghezza/larghezza superiore a 2 ed inferiore a 3;
ii) categoria B: riso di
lunghezza superiore a 6,0 millimetri e con un rapporto
lunghezza/larghezza pari o superiore a 3;
d) «misurazione dei grani»: la
misurazione dei grani è effettuata su riso lavorato in base al
seguente metodo:
i) prelevare un campione
rappresentativo della partita;
ii) selezionare il campione per
operare su grani interi, compresi quelli a maturazione
incompleta;
iii) effettuare due misurazioni,
ciascuna su 100 grani e stabilirne la media;
iv) determinare il risultato in
millimetri, arrotondato ad un decimale;
3. «rotture di riso»: frammenti
di grani aventi una lunghezza uguale o inferiore ai tre quarti
della lunghezza media del grano interno.
II. Per quanto riguarda i grani
e le rotture che non sono di qualità perfetta, si applicano le
seguenti definizioni:
A. «Grani interi»: grani ai
quali è stata tolta, indipendentemente dalle caratteristiche
proprie di ciascuna fase di lavorazione, al massimo una parte
del dente.
B. «Grani spuntati»: grani ai
quali è stato tolto tutto il dente.
C. «Grani rotti o rotture»:
grani a cui è stata tolta una parte del volume superiore al
dente; le rotture comprendono:
—
le grosse rotture (frammenti di grano la
cui lunghezza è uguale o superiore alla metà di quella di un
grano, ma che non costituiscono un grano intero);
—
le medie rotture (frammenti di grano la
cui lunghezza è uguale o superiore al quarto di quella di un
grano, ma che non raggiungono la taglia minima delle
grosse rotture);
—
le piccole rotture (frammenti di grano che
non raggiungono il quarto di grano, ma che non passano
attraverso un setaccio le cui maglie misurano 1,4 mm);
—
i frammenti (piccoli frammenti o
particelle di grano che devono poter passare attraverso un
setaccio le cui maglie misurano 1,4 mm); sono assimilati
ai frammenti i grani spaccati (frammenti di grano provocati
dalla spaccatura longitudinale del grano).
D. «Grani verdi»: grani a
maturazione incompleta.
E. «Grani che presentano
deformità naturali»: grani che mostrano deformità naturali, di
origine ereditaria o meno, rispetto alle caratteristiche
morfologiche tipiche della varietà.
F. «Grani gessati»: grani di cui
almeno i tre quarti della superficie presentano un aspetto opaco
e farinoso.
G. «Grani striati rossi»: grani
che presentano, secondo diverse intensità e tonalità, striature
longitudinali di colore rosso dovute a residui del pericarpo.
H. «Grani vaiolati»: grani
aventi un piccolo cerchio ben delimitato di colore scuro e di
forma più o meno regolare; sono inoltre considerati come grani
vaiolati i grani che presentano striature nere leggere e
superficiali; le striature e le macchie non devono presentare un
alone giallo o scuro.
I. «Grani
maculati»: grani che hanno subito, in un punto ristretto della
superficie, un
’evidente
alterazione del colore naturale. Le macchie possono
essere di diversi colori (nerastre, rossastre, brune);
sono inoltre considerate come macchie le
striature nere profonde. Se le macchie hanno un’intensità
di colorazione (nero, rosa, bruno-rossastro) immediatamente
visibile ed un’ampiezza
pari o superiore alla metà dei grani, questi ultimi
devono essere considerati alla stregua di grani gialli.
J. «Grani gialli»: grani che
hanno subito, per cause diverse dalla precottura, una modifica
totale o parziale del colore naturale assumendo diverse
colorazioni, dal giallo limone al giallo arancio.
K. «Grani
ambrati»: grani che hanno subito, per cause diverse dalla
precottura, un
’alterazione
uniforme, leggera e generale del loro colore; tale
alterazione cambia il colore dei grani in un colore paglierino
chiaro.
QUALITÀ TIPO DEL RISONE
ALLEGATO IV
A.
Il risone della qualità tipo
Il risone della qualità tipo:
a) è di qualità sana, leale e
mercantile, privo di odore;
b) ha un tenore di umidità del
13 % al massimo;
c) ha una resa di lavorazione in
riso lavorato del 63 % del peso in grani interi (con una
tolleranza del 3 % di grani spuntati), di cui la percentuale in
peso di grani lavorati che non sono di qualità perfetta:
grani gessati di risone di cui
ai codici NC 1006 10 27 e 1006 10 98: 1,5 %
grani gessati di risone di cui
ai codici NC diversi da NC 1006 10 27 e 1006 10 98: 2,0 %
grani striati rossi: 1,0 %
grani vaiolati: 0,50 %
grani maculati: 0,25 %
grani gialli: 0,02 %
grani ambrati: 0,05 %